Digrignamento Dentale.
Digrignamento Dentale.
Siamo tutti risucchiati nel vortice della fretta.
Si corre, si corre e poi si corre.
Ma non sempre ce ne accorgiamo, talmente è diventata normale l’accelerazione odierna.
E non ci accorgiamo nemmeno quanto questa fretta scavi dentro di noi malanni più o meno gravi, nel corpo e nella mente.
Le parafunzioni.
Con il termine parafunzioni si intende una serie di attività muscolari senza che ci sia un scopo preciso che ne giustifichi il movimento.
Un esempio?
Quello meno conosciuto è il cosiddetto Digrignamento Dentale, che può manifestarsi a sua volta in due differenti modi.
Il primo è chiamato Digrignamento dinamico e consiste nel digrignare dei denti, soprattutto durante il sonno notturno.
Esiste poi anche il Digrignamento statico che consiste, invece, nel serrare i denti di continuo.
Entrambe le manifestazioni sono un fenomeno sempre più diffuso e che interessa tutte le fasce della popolazione.
Ma quali sono le cause che danno origine a questa particolare parafunzione?
Le ragioni maggiormente citate appartengono alla sfera psicologica: si parla quindi di stress, ansia e rabbia accumulata nel tempo.
In pochi sanno, però, che anche una cattiva occlusione dentale può degenerare in digrignamento.
In una corretta occlusione i denti dell’arcata superiore sono correttamente bilanciati con quelli dell’arcata inferiore, in caso contrario, invece, mandibola e mascella non seguono il corretto e naturale allineamento.
Grazie a sofisticati strumenti è oggi possibile valutare in pochi minuti lo stato della propria occlusione dentale e grazie al report generato al termine dell’esame sarà possibile intraprendere, quando necessario, una terapia correttiva per il raggiungimento delle condizioni ottimali.
Digrignamento, quando la soluzione è in un Byte.
Uno dei rimedi suggeriti per il trattamento del bruxismo è l’utilizzo di un semplicissimo Bite.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare si tratta praticamente di un paradenti fatto su misura.
L’odontoiatra non fa altro che prendere le impronte dentali da cui si ricava il Bite in modo da creare una barriera protettiva tra le due arcate dei denti.
In alcuni casi non è nemmeno necessaria l’impronta dentale ma bastano alcuni dispositivi auto-modellanti e anatomici (ovviamente è di aiuto associare una terapia odontoiatria alle terapie posturali e kinesiologiche per andare a sbloccare anche concause sottostanti).
Ogni intervento deve comunque essere personalizzato e basato sul grado di severità del disturbo.